venerdì 21 maggio 2010
Quartiere
No, per carità, non vi aspettate un commento sul bellissimo libro di Pratolini! Lo so che da una ex prof. ci si può aspettare di tutto, oggi voglio solo parlare del modesto giro che abbiamo fatto ieri sera con mio marito intorno al palazzo e poco più in là. Era un po' di tempo che non ci concedevamo questo lusso, ma lui è diventato un po' pigro e, quando usciamo,( raramente!) prendiamo sempre la macchina. Intorno a noi molte cose sono cambiate, alcuni negozi sono scomparsi per lasciare posto a bar e punti di ristoro per i numerosi impiegati. Alcune postazioni sono rimaste ancora invariate. Tappa fissa la cartoleria, e il K18, sognando acquisti improbabili o progettando il regalo per Fulvia che presto compirà diciotto anni. Il negozio di abbigliamento di Susy è diventato ( manco a dirlo )un bar. E' stato bello entrare e ritrovare "loro", Susy and Luis, con i quali abbiamo scambiato qualche battuta e qualche risata.Non si comprano più i vestiti da loro, ma il caffé è buonissimo.Anche al K18 stessa accoglienza, e discorsi di vario genere, chiacchiere sul più (la nuvola, sempre lei tra i piedi, è l'argomento del giorno! e il meno ( il braccialetto trendy, il cinturino viola per l'orologio). Immancabile l'entrata da Tom, perché Danilo è un golosone, ma anche io non scherzo, con acquisti che è meglio non divulgare perché non rientrano in nessuna dieta. In tutto molto meno di un'ora, ma è stato gratificante, un po' come scoprire che non tutto è cambiato in questo Eur sempre più pericolosamente trasformista. Quando mi sono trasferita qui, dopo solo cinque anni di vita matrimoniale, felicemente trascorsi in una casa, meno bella, più piccola , ma "nostra", non ho molto amato questo quartiere.Niente più passeggiate con l'amica Teresa e i nostri bambini, il/la più grande per mano e l'altro/a in carrozzina, niente più sfoghi innocenti sui problemi quotidiani di due casalinghe e mamme in erba, niente più tappa al mercatino.(all'Eur all'epoca ,niente mercatini) A poco a poco mi sono affezionata al luogo, ed al quartiere, al pratone e al piazzale della Poesia, (che ora ha cambiato nome) dove la statua di Benito Juarez, non si sa bene perchè, col braccio destro indicava la scuola delle Suore di Nevers. Tante cose sono cambiate da allora, ma qualcosa è rimasto,e il giro serale di ieri mi ha fatto sentire ancora a casa mia, malgrado tutto.( Fuksas compreso !)
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Mia figlia mi dice sempre che andare a fare la spesa da Quero é come tornare a casa. E' il primo negozio dove entusiasta sono entrata per comprare i panini, la prima volta che abbiamo visto la casa nuova. E poi quando sono stata male mi hanno portato la spesa a casa. E poi c'é la GS piccola dopo la chiesa mia. Nel cartone animato Disney di Hercules uscito proprio all'epoca del mio trasloco Hercules semidio, né uomo né dio né entrambi dice "Ho sognato un luogo dove la gente mi dice questa é casa tua, un sogno che posso realizzare".
RispondiEliminaCosì abbiamo girato tanto per trovare una casa in un posto che ci piacesse. Ho scelto un punto da dove vedo il mare in fondo al crinale della collina, dove ci sono i pini, all' ombra di un campanile che suona due volte al giorno e mi protegge. A fine mese sono undici anni che sono qui in un mondo piccolo come dice Guareschi,che mi ha insegnato che "Casa mia" non é un luogo ma un insieme di perosne.