Questa è la caricatura di una vecchia insegnante, foglio emerso da una accurata ricerca di tesine di maturità.traduco per chi come me non conosce l'inglese e non ha una sorella che interviene nei momenti critici:( a sinistra)Rughe permanenti per lo stress, udito compromesso per il lavoro di gruppo, perdita della voce per lavoro orale,aspetto spettrale per la polvere di gesso, piedi piatti per le passeggiate nella classe,
( a destra)capelli grigi per troppi anni di insegnamento, vista debole per correzione compiti, dolore alla spalla per lo stare curvi sulla cattedra,dolore al polso per scrivere sulla lavagna, vestiti stracciati per la misera paga. La caricatura venne fuori negli anni settana, o giù di lì, quando si polemizzava sul fatto che i docenti lavorano "solo" diciotto ore a settimana. Con questa immagine gli inglesi la misero giù pesante, io la guardo con un'intima sottile soddisfazione, perchè, pur essendo ovviamente invecchiata sono quasi immune da molti di quei difetti, ma anche con rimpianto per gli anni trascorsi,soprattuto quelli "caldi", quando eravamo giovani, intraprendenti e capaci di discutere con i nostri alunni"marxisti immaginari", ma soprattutto anche di ridere con loro quando sottolineavano le nostre gaffes o le nostre manie.La mia capiente borsa raccoglitutto, per esempio, felicemente etichettata "borsa di Mary Poppins",il braccialetto con cuoricini d'argento regalo di mia figlia, più da teenager che da insegnate matura, che ogni alunna guardava con invidia e molte altre cose. Il tutto veniva fuori spesso nella rituale cena di fine anno con gli alunni prima della maturità.Una volta fu un quaderno in cui qualcuno di loro aveva annotato le nostre "papere" di un interno anno scolastico; un'altra si presentarono con regali meravigliosi;un'enorme paio di occhiali da sole di plastica, ovviamente da mercatino, per una collega che ne esibiva sempre di bellissimi e firmati, una scatola vuota di antibiotici per il prof. che aveva sempre mal di gola, un pallottoliere di legno coloratissimo per la profia di mate.Quell'anno fui preservata dalla loro ironia perché come membro interno ero il loro angelo custode. Mi regalarono un bellissimo accendino che ancora conservo gelosamente e non ho mai usato per paura di perderlo.Basta così! Ecco uno dei difetti da cui non sono esente, quello di lasciarmi andare sulla scia dei ricordi, l'altro, imperdonabile,di ripetere spesso le cose in tre o quattro modi diversi per paura di non essere stata capita bene. Il marito di una collega (è un difetto molto diffuso) una volta esasperato ha reagito con un " Basta, amore mio, ho capito ,non sono uno dei tuoi allievi!
Carissima Luciana , con vero piacere ogni mattina corro a leggere i tuoi racconti, oggi poi è veramente simpatico. Grazie !!
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