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martedì 20 luglio 2010

Ebbene sì, lo confesso

 
Posted by Picasa

Lo confesso, mi piacciono i giochi di carte, mi piacciono i solitari, quelli che faccio col computer, in cui l'apparente facilitazione consiste nel poter annullare la mossa e tornare indietro. Mi piacciono quelli difficili che riescono raramente, perché ti danno l'illusione, quando riescono, di aver conquistato chissache, ti consentono di trarne dei pronostici su come andrà la giornata, o su qualcosa a cui tieni e che deve riuscire. Mi sono sempre ben guardata dal giocare a soldi, perché so benissimo che avrei rischiato molto. Si dice che le carte siano state inventate dagli arabi e che addirittura Goffredo di Buglione abbia importato in Occidente questa novità appresa dai suoi nemici, nonché infedeli da sconfiggere. Quindi un certo fascino devono averlo esercitato pure su di lui, irreprensibile eroe della prima crociata! So benissimo che i giochi del computer seguono un programma prestabilito, eppure non posso fare a meno di pensare che tutto sia casuale, quindi imprevedibile e che la vittoria sia di buon auspicio. Vai a capire dove in certi casi va a finire la logica! Altrettanto illogica può sembrare l'immagine dei gioielli, opera di Marina, messi su questa pagina. Ebbene no! Un qualche nesso c'è; anche loro nascono dal caso, o meglio dalla fantasia che guida la mano e fa compiere mille giravolte al filo di metallo, imprigionando pietre e conchiglie, indietro e avanti,a volte distruggendo tutto perché il progetto non è riuscito bene. Quando il lavoro riesce, ci si sente realizzati. Abbiamo piegato la materia secondo la nosra volontà, come con le carte abbiamo costretto la sorte a dirci di sì. Forse quello che sto dicendo è piuttosto sconclusionato, è colpa dell'estate calda, della nostalgia che a volte ti prende di luoghi e di tempi perduti, del desiderio di qualcosa di bello e imprevedibile ....Chissà se " lo sbaglio di natura" di Montale era una non pronosticata perturbazione atlantica?

1 commento:

  1. Torci, stendi e ritorci, avanti e indietro. Appena ti sembra di aver intravisto un disegno è il filo che si attorciglia 'motu proprio' e costruisce altre immagini. La mano può solo assecondarlo e seguire un tracciato imprevisto, bello forse,ma non voluto sicuramente. E rimane comunque la nostalgia per l'ennesimo sogno perduto.

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