La foto rappresenta l'opera della premiata Ditta A&M ( leggasi Anna, la mia amica, regina delle orchidee e il suo marito esperto di fiori, piante e quant'altro), è un dono che con amore e pazienza hanno fatto al nostro ingrato condominio. Scusatemi l'acredine, ma l'applauso incondizionato è venuto da tutti gli amici e conoscenti che frequenano la mia casa, oltre che da me e Danilo autore della foto."Tutto il resto è stato silenzio".
( Perdonami Shakespeare per questa interpolazione!)Eppure ho letto di recente che una ricerca dell'Università di Rochester ( manco a dirlo Usa, sono loro che fanno le ricerche più strane) ha evidenziato l'importanza di una immersione nella natura per curare la depressione. Bastano, dicono, 20 minuti al giorno e raccomandano pertanto di aumentare le aree verdi nelle città. Donare un fiore quindi è fare un'opera di bene, figuriamoci un'aiuola in questo Eur devastato dal progresso in cui solo i giardini possono salvarci dall'affogare in mare di cemento e metallo.
Amo i fiori e le piante, ma non ho la pazienza necessaria per farle prosperare,però quando qualcuna soffre, soffro anch'io.La cura dei fiori e dell'orto mi ricorda zia Andreina ( il salone di Via Baglivi aveva due enormi fiorere colme di piante stupende che lei curava amorosamente. Nel giardino di Colle Romito, il papà di Danilo ritrovava le sue radici campagnole e con un'energia insopettabile alla sua età dedicava almeno due ore al giorno alla cura delle piante, rivoltava le zolle di terra per farle respirare, annaffiava e potava con mano esperta. Per me i fiori sono una gioia degli occhi, ma anche un nesso con i poeti che amo di più.Il"girasole impazzito di luce" di Montale, messagero di speranza in una realtà ostile, la ginestra, umile "fiore del deserto" di Leopardi, simbolo della ostinata volontà di fiorire malgrado tutto per offrire il dono del suo profumo e dei suoi grappoli gialli al mondo che soffre,il "gelsomino notturno" del Pascoli, simbolo del mistero dell'amore ...Mi accorgo che se mi lascio andare finisco per impartire una lezione barbogia;concludo proponendo una mia variante al "non fiori, ma opere di bene": TANTI FIORI E TANTE OPERE DI BENE, non è meglio così?
Bella la foto, mi piace la tua vena ironica...Ricordo anche io nonna Andreina e nonno Raniero nei loro giardini. Ricordo che nonno ad una certa ora smetteva per leggere il giornale guardando gli uccellini che giocavano con il girello...
RispondiEliminagrazie,anche da parte di Marcello, comunque noi l'abbiamo fatto per noi e per voi che sapete apprezzare!. Interessante la ricerca dell'unuversità di Rochester, vedere cose belle fa semore piacere, come dice un vecchio proverbio " L'occhio vuole la sua parte". Ciao, un'abbraccio.
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