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giovedì 29 aprile 2010

Favole e realtà
La mia amica Gabriella che insegna in una scuola elementare sta preparando con i suoi picoli alunni un percorso sulla fiaba.Ne ho letto con lei una rumena che racconta di dodici principesse, vittime di un crudele maleficio. Sono condannate ad avere un cuore di ghiaccio, per cui rifiutano tutti i pretendenti e a recarsi di nascosto in un castello stupendo dove tutta la notte danzano al suono di una musica meravigliosa fino allo sfinimento.Chi le salva? L'amore di un giovane giardiniere per la più giovane; con l'aiuto di una buona fata ( dov'è? Fatemela conoscere! ) riesce a rompere l'incantesimo e a convolare a giuste nozze con la sua amata. Non so perché, mi sembra che tutti noi, o forse solo io? siamo condannati a seguire una musica, che tra l'altro non ci piace, suonata da malefici direttori d'orchestra. E' la musica dei media, e soprattuto della TV che propone senza interruzione gialli e polizieschi, crimini e misfatti, raramente riscattati da un sorriso, anzi sempre più macabri e truculenti con particolari abbominevoli. In realtà, io riesco a liberarmi perché ho altri interessi, un libro piacevole è un ottimo antidoto, ma penso che non tutti siano in grado di uscire fuori dal labirinto dell'horror. Che senso ha? Almeno la tragedia greca aveva una funzione purificatrice, orrendi crimini, dopo tre generazioni venivano riscattati e finalmente si giungeva alla pace spirituale. e poi, guarda caso, alla fine di un ciclo tragico c'era sempre la commedia. Commedie oggi? Molto poche e, comunque, non tali da essere riciclate. Già perché nel ramo del riciclo, ma solo ripetitivo, non creativo i gestori delle TV sono maestri. Che dire dei cosiddetti reality ? Meglio passare ad altro argomento, ma oggi mi sento come svuotata, forse troppo piena di idee che si accavallano per cui penso sia più saggio rimandare il tutto ad un altro momento. O forse ad un'altra favola, quella dei ricordi che forse solo per essere tali diventano piacevoli e rincuoranti.Buona giornata!

1 commento:

  1. Un'altra musica che a me non va di ballare é quella del lavoro inteso come sutocelebrazione di se stessi. E' una musica che non ho mai voluto ballare e non comincerò ora. Purtroppo ogni tanto a periodi mi capita di dover difendere il mio modo di lavorare da chi pensa di abbindolarmi come il pifferaio magico. Io lavoro con le mie regole non con quelle degli altri. Odio anche un periodo come questo in cui devo ribadire questo concetto, perché la considero una perdita di tempo.
    Pe fortuna ora é finita e riprenderò con il lavoro come piace a me.

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