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lunedì 27 dicembre 2010

Dopo Natale


Aprendo questo nuovo post mi sono accorta di quanti giorni sono trascorsi dall'ultimo.Non era nelle mie intenzioni; mentalmente ne ho scritti tanti, ma non ho avuto il tempo di metterli sulla carta. Sono rimasti lì, sospesi nel limbo delle buone intenzioni ed ora questo lungo periodo si presenta come una matassa ingarbugliata ,fitta di sentimenti, sensazioni, fatti piccoli e grandi da riordinare, proprio come il filo di lurex che stamattina ho dipanato un po' per sfida con me stessa, un po' forse per dare un verso ai miei pensieri.Forse però è meglio cominciare proprio dal giorno di Natale, piccola, grande parentesi rosea, sospesa tra una Vigilia fitta di attività e lavoretti diversi (sostegno per il Presepe, come tutti gli anni opera di Danilo, un'ultima palla da attaccare all'albero, e tanto cibo da cucinare ) e un Santo Stefano calmo di riassestamento e godimento dei regali ricevuti.La mattina del 25 ho cominciato ad ore antelucane a preparare la tavola con tovaglia rossa cangiante e decorazioni diverse, nonché reperimento di piatti, posate e bicchieri. Telefonata rituale con Marina nella pace e nel silenzio della casa addormentata, ricordi di altri Natali, condivisi con chi non c'è più ( ma la memoria non si "sfolla" e ancora adesso quando ricevo qualche bella notizia per un nanosecondo mi dico:"Adesso vado a dirlo a mamma"). Sforzi immani per svegliare Danilo e convincerlo a sedersi al tavolo della colazione, poi uscita per la Messa delle dieci per essere in casa per l'arrivo di Fulvia, Luca e Sabina. Momento bellissimo come al solito per lo scambio dei doni, studiati e meditati in anticipo,quanche lacrima di commozione per la dedica del regalo di Danilo a Luca (il suo vecchio libro di meccanica razionale fitto di foglietti di appunti con sudatissimi esercizi risolti). Ho chiesto a Fabrizio un libro su Petronilla, personaggio forse sconosciuto alle mie amiche e lettrici, autrice per anni di ricette di cucina sulla "Domenica del Corriere" che puntualmente entrava in casa mia quando ero ragazzina. Una sua ricetta, ritagliata con cura l'ho trovata nel vecchio "Artusi" di mia nonna, da me recuperato anche se mancante purtroppo di qualche pagina. Un regalo desiderato, un tuffo nel passato che mi scalda il cuore. Atteso, attesissimo il telefonino che era di Fulvia, superacessoriato, ma superato per lei, com'è giusto che sia. Per me stupendo, anche a rischio di passare per scema, dato che è di un tenerissimo rosa ed ha un microscopico micetto sul frontale e un altro pupazzetto sul retro. Del resto questa nonna stranocchia ci ha azzeccato con uno dei suoi regali alla giovane nipote, scegliendo un borsello con un meraviglioso stregatto di Alice. Perché non ho più diciannove anni? Pranzo lieto e divertente con nonno Danilo che, per la giovane nipote, s'improvvisa Mentore di schermaglie amorose e di approcci sentimentali con l'altro sesso (- Ma è proprio il mio padre Cerbero? - si domanda Sabina)e nonna Luciana che rievoca i suoi inesperti diciannove anni e i suoi primi incontri con il futuro marito ( sempre Danilo, naturalmente). Passato e presente s'intrecciano in una vivace conversazione nell'attesa di un futuro che si spera sempre miglore per tutti. Questo il Natale, ai prossimi giorni il recupero del pregresso e le nuove esperienze, tra l'altro ho ancora qualche regalino da fare, Natale non è finito e l'atmosfera di attesa, amore e condivisione non dovrebbe finire mai.

1 commento:

  1. Il blog finiva al 6 dicembre, giorno in cui ci siamo alzati in posti diversi, ma tutti con un unico pensiero quello del mio anniversario. Perché chi si vuole bene non si guarda l'un l'altro, ma nella stessa direzione. Abbiamo ancora molto da dirci e ce lo diremo, in ogni contesto a Natale e dopo Natale.

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