venerdì 1 ottobre 2010
Meglio un mercatino che...
Mia figli Sabina sostiene che è meglio un mercatino dello psicoterapeuta e la sua amica d'infanzia, Cristina, che psicologa lo è di professione, le dà ragione pienamente. Figuriamoci io ! Del resto, non è una novità; non si diceva una volta che le donne si consolano dei loro piccoli guai comprando un capellino nuovo?. Comprare qualcosa che ci piace, concludere un piccolo affare,o meglio avere l'illusione di averlo concluso, comprando a un terzo quello che in boutique è inaccostabile, è veramente gratificante. C'è qualcosa per me che lo è di più: creare un oggetto con le mie mani, partire da un progetto, vedi piccoli gatti nella foto, e slanciarsi nella ricerca di pezze e pezzette di tutti i colori, frugando nell'armadio delle stoffe da riciclare (ne ho tante, merito dell'amica Jsavele delle sue incursioni nei diversi negozi alla riceca di campionari),cercare i giusti accoppiamenti con nastrini vari, che spuntano come funghi dopo la piogga, da scatole e scatolette diverse, è una grande godimento. Per questo il tavolino rotondo vicino alla poltrona è sempre pieno di riviste, stoffette, fili di vari colori, anche se periodicamente tento di mettere ordine. Se è vero che "tutte le arti contribuiscono ad un'unica arte, quella di vivere", ebbene questa piccola arte, oh! veramente minima, è un modo per superare momenti di noia, per me anche di incominciare la giornata con il piede giusto. E ognuno ha la sua, o meglio io penso che sia così, anzi c'è chi di queste risorse ne ha tante. Se avessi il tempo organizzerei riunioni con altre persone per mettere insieme esperienze e abilità. Un gioco della fantasia che non mi costa niente? Sfogliare le riviste di fai da te e fare mentalmente l'elenco dei corsi ai quali vorrei iscrivermi, progettare lavori, anche quelli che so che non potrei realizzare per mancanza di tempo e di attrezzi. Forse sono un po' matta,ma qualche istante di innocua follia non fa male alla salute. Parola di Ellebi, cioè io.
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A ognuno il suo relax, a parte le battute del tipo "A che servono gli psicologi se ci sono i calzolai?" é necessario coltivare quella parte di sè che va al di là del lavoro, che ci permette di guardare attraverso le cose quotidiane senza esserne intrappolati. Mi ricordo una battuta del film Sabrina, quando Linus dice a Sabrina che non sbaglia un affare da quando aveva vent'anni. E lei gli dice "Questo é lavoro, ma dove vive Linus?" Il mio modo di iniziare la giornata é questo: sedermi sul bordo del letto e dire un Ave Maria e poi leggere qualche riga del romanzo rosa che sto leggendo al momento. Questo serve per avere la giusta prospettiva.
RispondiEliminaLa battuta del calzolaio ben si addice a chi come Saina si perde dietro tutte, dico tutte le vetrine con le scarpe, mentre io, come le gazze non so resistere alle collane e ai braccialetti, per non dire di tute quelle cose che i francesi chiamano nonhours, la negazione iniziale dà perfettaente l'idea del piccolo niente che per qalche istante è tutto
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