domenica 17 ottobre 2010
Io parlo da sola.
Ebbene,sì, lo confesso, parlo da sola, anzi a a volte straparlo; spesso mi viene il dubbio che si tratti di un inizio di demenza senile, ma forse è solo la conseguenza del mio difficile rapporto con le faccende casalinghe, o anche, perché no?, della malignitità insita negli oggetti che usiamo quotidianamente.Se è vero che "anche i bancari hanno un'anima",cosa di cui dubito fortemente, sicuramente gli oggetti ne hanno una, ed è perversa. Se dovessimo cercare un esempio efficace della nota legge di Murphy," Se qualcosa deve andare male, certamente lo farà", ebbene, la potremmo subito trovare nelle tazzine da caffé ( oggetto per il quale nutro un'insana passione) che trovano il modo di sgusciarti dalle mani con serpentina agilità, mentre le stai lavando,e sono proprio quelle che ti piacciono di più a finire miseramente sul pavimento.Qualche anno fa, non so quale marca di caffé dava, raccogliendo i punti, delle belle tazzine con raffigurati celebri dipinti. Per essere sicuri di averne almeno sei,abbiamo proseguito la collezione, raggiungendo la quota "nove tazzine"; ora ce ne sono solo quattro. Inutile dire che i miei pittori preferiti se ne sono andati per primi.E che dire dei tappi? Se qualche volta vado in escandescenze è colpa della passata di pomodoro sigillata peggio della cassaforte della banca d'Inghilterra o della varechina che riesco ad aprire solo con il pappagallo. Spesso, lasciandomi andare alle fantasticherie, penso che scriverò un libro sul genere del "Solo il budino ascolta i miei sospiri" che ho letto svariati anni fa. Io non faccio più i budini da un pezzo (eppure erano il mio cavallo di battaglia),mi cimento piuttosto nella non facile impresa di fare cibi saporiti senza usare il sale, evitando i grassi animali e usando poco olio.Secondo il nutrizionista che ha prescritto la dieta a Danilo dovrebbe essere facile usano le spezie( sic!). Posso assicurarvi che tanto facile non è, ma a forza di tentativi e di qualche piccolo compromesso qualche risultato l'ho ottenuto. Dicevo del libro, si protrebbe intitolare "Memorie di una ex prof. casalinga disperata" Chissà che non mi frutterebbe interviste televisive e un telefilm del genere "Desperate housewifes"? Eppure non è vero che non amo del tutto le faccende domestiche, odio solo quelle ripetitive. Per esempio, datemi un bell'angolo da affrescare col decoupage, un nuovo cuscino da confezionare,( ne ho in programma uno delizioso a forma di gatto),fatemi rivoluzionare una stanza da capo a fondo o almeno la disposizione dei soprammobili, mi fate felice. E' la noioso routine, spazza, lava, asciuga, spolvera, che mi uccide, sempre la stessa, sempre uguale, senza un pizzico di imprevisto che lasci spazio alla creatività. Qualcuno potremme dirmi,"Non hai per anni insegnato quasi le stesse cose?" Eh no! C'è una bella differenza. Se il tuo interlocutore è la scopa o lo straccio da lavare per terra,anche se gli parli, lo sgridi o gli dici "bravo, bravo" il discorso non cambia. Ogni classe è diversa da quella dell'anno prima, ogni alunno è un mondo da scoprire, le parole non cadono nel vuoto, ma vengono recepite o rifiutate o contestate o commentate e ogni volta è differente. Come al solito la sto facendo troppo lunga, è ora di chiudere perché inizia una nuova giornata ed anche la domenica non prevede esoneri dalle incombenze quotidiane, forse solo qualche piccolo sconto.P.S. Non ho un'immagine per questo blog, solo Chiara Nocentini con la sua agile matita saprebbe ilustrarlo a dovere.
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mmmh,la mia mamma é cresciuta e fa le faccende,non la riconosco più in genre lei non solo non stirava (era compito di Bea), ma rimetteva i panni stirati tutti insieme nell'armadio per toglierli dimezzo così Bea li stirava di nuovo...Io non stiro mai,ma ho due cesti di panni da stendere che mi guardano male...ma io come Mohican non fuggirò e li affronterò
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