venerdì 31 dicembre 2010
Vigilia di Capodanno
Con l'ultima delle mie creazioni natalizie ( ma sarà proprio l'ultima? ) siamo giunti alla Vigilia di Capodanno. "L'anno vecchio se ne va/ e mai più ritornerà/ io gli ho dato una valigia/ di bugie e disobbedienze.." Mi torna in mente la filastrocca di quando ero bambina con quella sensazione dolce amara dei canti e delle storie della fanciulezza. "Sentia nel cuore la dolcezza amara dei canti uditi da fanciullo.." Ohimé chi l'ha scritto? Pascoli, sì Pascoli sicuramente ed anche questa è una poesia dell'infanzia. Chi fa più imparare a memoria i poeti? Bando alle divagazioni!I giorni tra Natale e Capodanno, quando andavo a scuola e non solo da studentessa,erano i più "gustosi", ti davano la sensazione che le vacanze fossero ancora lunghe; ricordo di aver letto, credo a dodici o tredici anni il mio primo libro di Delly, dono di Natale, ricordo che quello stesso anno la gattina di casa scodellò i suoi micetti in una cesta preparata da nonna Titta. Tutto ha un sapore di attesa e di placido godimento. Da Capodanno in poi i giorni rovinosamente pecipitano verso la fine delle vacanze. E il Primo dell'anno? Come diceva la filastrocca? "Anno nuovo,avanti, avanti/ ti fan festa tutti quanti! /Tu la gioia e la salute dona ai cari genitori/ ai parenti ed agli amici,/rendi lieti tutti i cuori". Ecco è lì il problema: sogni, speranze, promesse (D'esser buono ti prometto/ Anno Nuovo benedetto." Ecco promesse tante, ogni anno, faccio buoni propositi, anzi i miei li ho formulati in un piccolo decalogo che pubblicherò, forse nei prossimi giorni, ma poi? L'ombra del "venditore di almanacchi e del passeggere" sta lì, dietro l'angolo ad ammonirti. Stamattina ho fatto gli auguri all'amico Manfredo e gli ho chiesto" Come va?" Mi ha detto: " Ci risentiamo dopo Capodanno, così vediamo se c'è qualcosa di nuovo da raccontare." Anche lui ha citato Leopardi. Mi manca la sua fine ironia che rendeva piacevoli gli scrutini, il suo modo inconfondibile di ammonire "Ragioniamo!" quando si accendeva qualche discussione. Tante cose mancano, ma chissà, tante altre buone stanno lì dietro l'angolo pronte ad essere afferrate. Riusciremo a cogliere il meglio che questo pazzo mondo ci può offrire? E' l'augurio che faccio di cuore a tutti quelli che amo.Tanto per scaramanzia sul blog ho messo l'albero col peperoncino, rosso e piccante che tiene lontane streghe ed altri spiriti maligni.
mercoledì 29 dicembre 2010
Condividi!!
E' un imperativo categorico.Altro che Kant! Mi fa un baffo. "Io devo" non mi dice niente, non perché non sappia la sacralità del concetto, ma perché in pratica mi pone mille dubbi. Devo, lo so , ma cosa , cosa devo fare in questo momento, tacere, parlare, o che altro? Condividi, lo apprezzo di più, è la funzione essenziale di Facebook e sono ben felice che il suo inventore sia stato proclamato"Uomo dell'anno"Sì, va bene, sono d'accordo, anche Facebook può essere pericoloso, lo so bene; d'altra parte non lo amo al 100%, amo il principio della condivisione. E l'Albero che c'entra? Beh! Anzitutto è una delle mie creazioni prenatalizie ( non avevo detto che dovevo recuperare i gioni dal 6 al 26 dicembre? Molte ore mattutine in quei giorni sono state dedicate alla confezione dei regali per le mie amiche,motivo di grnde soddisfazione, ma anche di ansie e di foga creativa. Avete presente Benvenuro Cellini e la fusione del Perseo? Paragone irriverente, senza dubbio, ma rende l'idea di certi momenti in cui sogni di avere un piccolo esercito di cucitrici al tuo servizio perché vorresti vedere già il progetto finito. Con l'Albero ho condiviso un'ora di compagnia con Isavel, amica emigrata in Abbruzzo; con lei ho trascorso fino a qualche anno fa ore felici. Ci univa la passione per le casette delle bambole (impossibile dimenticare la mia prima roombox per la quale abbiamo scelto insieme dopo un ora di ripensamenti il tappeto da mettero sotto al mini tavolino). E le uova di Pasqua? E i preparativi per il Natale? Isavel cominciava a pensarci subito dopo Ferragosto con grande scandalizzato divertimento dei suoi famigliari che la prendevano in giro. Due ore di felice condivisione con Elena,la più cara e preziose delle mie ex alunne, quella che mi sta ancora vicino. Per lei una piccola agenda planning da borsetta, degna di una giovane donna in carriera. e, dato che il motto non può mancare "Tristo è quell'allievo che non supera lo so maestro." Non posso dimenticare che le ho insegnato i primi rudimenti del computer per una tesina universitaria. Quanta strada ha fatto! Ha impostato egregiamente il sito web di Fabrizio, ha abbozzato il mio. Chissà se nel 2011 mi slancerò in questa nuova impresa? Condividere non è sempre facile, qualche volte è noioso, vedasi preparazione per Assemblea condominiale con mille file excel per il mio adorato pignolissimo marito, vedasi il serale appuntamento con Texas Ranger; per quanto cerchi di ritardare l'ora della cena lui è sempre là con le sue impropabili avventure già viste non meno di tre o quattro volte. Purtroppo condividere è anche penoso; ho vissuto l'ansia di Anna per la amata sorella in fin di vita, il suo desiderio di abbracciarla un'ultima volta ,mentre la neve rendeva impossibile il viaggio in Toscana. Alla fine ce l'ha fatta, ma Nonna Dina se n'é andata e la sua fine ha gettato un'ombra buia su questo Natale. Il mio vecchio Preside diceva che "comprendere " significa "prendere con sé". Caro " Fisarmonica", avevi ragione!
Il mop cuore è piccolo, non riesco ad abbracciare le pene del mondo, ma già così è molto frazionato. Bene, è ora di finirla! per quanto riguarda chi legge questo blog, cercate di condividere la confusione di questo ultimo e di perdonare se sono stata incoerente.
lunedì 27 dicembre 2010
Dopo Natale

Aprendo questo nuovo post mi sono accorta di quanti giorni sono trascorsi dall'ultimo.Non era nelle mie intenzioni; mentalmente ne ho scritti tanti, ma non ho avuto il tempo di metterli sulla carta. Sono rimasti lì, sospesi nel limbo delle buone intenzioni ed ora questo lungo periodo si presenta come una matassa ingarbugliata ,fitta di sentimenti, sensazioni, fatti piccoli e grandi da riordinare, proprio come il filo di lurex che stamattina ho dipanato un po' per sfida con me stessa, un po' forse per dare un verso ai miei pensieri.Forse però è meglio cominciare proprio dal giorno di Natale, piccola, grande parentesi rosea, sospesa tra una Vigilia fitta di attività e lavoretti diversi (sostegno per il Presepe, come tutti gli anni opera di Danilo, un'ultima palla da attaccare all'albero, e tanto cibo da cucinare ) e un Santo Stefano calmo di riassestamento e godimento dei regali ricevuti.La mattina del 25 ho cominciato ad ore antelucane a preparare la tavola con tovaglia rossa cangiante e decorazioni diverse, nonché reperimento di piatti, posate e bicchieri. Telefonata rituale con Marina nella pace e nel silenzio della casa addormentata, ricordi di altri Natali, condivisi con chi non c'è più ( ma la memoria non si "sfolla" e ancora adesso quando ricevo qualche bella notizia per un nanosecondo mi dico:"Adesso vado a dirlo a mamma"). Sforzi immani per svegliare Danilo e convincerlo a sedersi al tavolo della colazione, poi uscita per la Messa delle dieci per essere in casa per l'arrivo di Fulvia, Luca e Sabina. Momento bellissimo come al solito per lo scambio dei doni, studiati e meditati in anticipo,quanche lacrima di commozione per la dedica del regalo di Danilo a Luca (il suo vecchio libro di meccanica razionale fitto di foglietti di appunti con sudatissimi esercizi risolti). Ho chiesto a Fabrizio un libro su Petronilla, personaggio forse sconosciuto alle mie amiche e lettrici, autrice per anni di ricette di cucina sulla "Domenica del Corriere" che puntualmente entrava in casa mia quando ero ragazzina. Una sua ricetta, ritagliata con cura l'ho trovata nel vecchio "Artusi" di mia nonna, da me recuperato anche se mancante purtroppo di qualche pagina. Un regalo desiderato, un tuffo nel passato che mi scalda il cuore. Atteso, attesissimo il telefonino che era di Fulvia, superacessoriato, ma superato per lei, com'è giusto che sia. Per me stupendo, anche a rischio di passare per scema, dato che è di un tenerissimo rosa ed ha un microscopico micetto sul frontale e un altro pupazzetto sul retro. Del resto questa nonna stranocchia ci ha azzeccato con uno dei suoi regali alla giovane nipote, scegliendo un borsello con un meraviglioso stregatto di Alice. Perché non ho più diciannove anni? Pranzo lieto e divertente con nonno Danilo che, per la giovane nipote, s'improvvisa Mentore di schermaglie amorose e di approcci sentimentali con l'altro sesso (- Ma è proprio il mio padre Cerbero? - si domanda Sabina)e nonna Luciana che rievoca i suoi inesperti diciannove anni e i suoi primi incontri con il futuro marito ( sempre Danilo, naturalmente). Passato e presente s'intrecciano in una vivace conversazione nell'attesa di un futuro che si spera sempre miglore per tutti. Questo il Natale, ai prossimi giorni il recupero del pregresso e le nuove esperienze, tra l'altro ho ancora qualche regalino da fare, Natale non è finito e l'atmosfera di attesa, amore e condivisione non dovrebbe finire mai.
lunedì 6 dicembre 2010
Il villaggio di Babbo Natale
Mentre i lavoretti "fai da te" stanno prendendo una forma accettabile, la casa sta cominciando ad assumere una prima configurazione natalizia. Compaiono le decorazioni accessorie tra cui la mia prediletta ed orronunciabile, il piccolo villaggio di Babbo Natale, quanto mai improbabile e fatto di casette, omini-candeline che stanno da anni nella credenza in attesa di ricomparire a tempo debito sul davanzale. Ogni anno qualche particolare cambia, ma alcuni pezzi sono sempre gli stessi, come la casetta di ceramica bianca, che mi ricorda Luca e Sabina appena sposati e il loro primo Natale insieme. Oggi è il loro ventesimo anniversario. Giornata lavorativa per Sabina, convalescenza per Luca, Fulvia e scuola, noi qui, lontano, ma sempre vicini col pensiero. Credo che a tutti sia capitato di sentire il cuore diviso,- A metà? -No, sarebbe troppo comodo. Il cuore è frammentato perché vorrei essere in tre parti diverse, ma non dico quali. Meglio dedicarsi ai lavoretti natalizi, alle immancabili faccende domenstiche, alla spesa quotidiana, per non parlare di arance condominiali, raccolte sabato pomeriggio con Anna, che volteggia agile sulla scala, mentre a me al secondo gradino gira la testa. Meraviglioso bottino di frutti profumati che mi guardano male, perchè attendono di essere puliti, tagliati e cotti per la fatidica marmellata di arance con ricetta all'inglese, fornita dalla sempre preziosa Anna. Nel frattempo la cameretta laboratorio assume un aspetto sempre più caotico, mentre gli oggetti messi da parte per decorazioni ed altro, appaiono e scompaiono peggio dello stregatto di Alice.Il problema è che con gli anni sono un po' meno disordinata, anzi ho forti aspirazioni all'ordine per cui mi sono prefissa di catalogare e sistemare decorazioni, legni, palle, colori, stoffe, angeli e Babbi Natale ( a proposito dov'è finito quello che si arrampica?) per generi e sottogeneri ( sic!) , ma la natura di fondo è sempre quella.Sono una disordinata pentita sulla via della redenzione. Danilo ha sempre sostenuto che mi calza a pennello una opportuna modifica, inventata da lui, del noto principio di Archimede,"Datemi un punto di appoggio ed io ci appoggio qualcosa" Carina vero? Ma col tempo posso sempre migliorare ........
sabato 4 dicembre 2010
Anche questo è Natale!
Lo so che la foto non è un gran che, tra l'altro non si legge il nome del teatrino; ebbene, lo scrivo qui:"Il tempo ritrovato". E questo spiega perché questo rozzo teatrino, rozzo e raffinato (Avete visto la scritta del Globe dove si rappresentava Shakespeare? " Totus mundus agit histrionem" Ovvero tutti recitiamo) ha qualcosa a che vedere con il Natale che è ormai alle porte.
E' il teatrino della memoria, quello del mio primo Natale dopo la guerra. Ricordo ancora che mi sono svegliata prestissimo per l'ansia di vedere cosa c'era dietro la porta del salone chiusa a chiave. Un Natale post bellico, un Natale con pochi soldi. L'unico giocattolo comprato era la mia prima bambola,( ricordo solo che aveva i capelli neri, morbidi e ricci), c'erano due meraviglie di creatività. opera di zio Silvano e zio Roberto, un teatrino grande di compensato con tanto di scenari dipinti e un letto per la bambola. Gli zii si erano dati da fare in base alle loro diversissime abilità. Uno era stato l'artefice di tutte le strutture, l'altro aveva dipinto scenari e fronte del teatrino. Ecco perché il mio teatrino ha due maschere ai lati del tendone, ma io ho solo fatto del banalissimo decoupage. E il letto della bambola? Sulla testiera e sulla pediera lo zio aveva dipinto le testine dei sette nani di Biancaneve, quella di Walt Disney che la T.V. ci ripresenterà durante le feste. Il mio primo cartone animato. Indimenticabile! Eppure, negli anni caldi della scuola, che sembrano essere tornati, quante gliene hanno detto al magico creatore di favole: che peccava di facile buonismo, che era diseducativo perché presentava una falsa ed edulcorata visione della vita... Perchè mai dovremmo privare i bambini delle favole? Anche quella del mio teatrino lo è; è la favola di Biancastella, una canzoncina che cantava sempre mio zio Umberto. Mi sembra ancora di risentirlo: "Un bel dì Biancastella, nel boschetto andò e incontrò, baldo e fier sulla sella il bel cavalier del mister." La ricordo ancora tutta.... E mentre Biancastella se ne va col suo misterioso cavaliere, che poi è un re che la porta nel suo regno della fantasia, io sto qui e penso che la magia del Natale, anche quando tante persone care ormai non ci sono più ,è viverlo con "il di più di ieri" ( non conoscete la "quarta dimensione" di Vittorini?) e nell'attesa del 25 dicembre 2010 rievocare tanti bei momenti trascorsi e sommarli nella nostra mente in uno splendido collage. So che anche voi avete qualche Natale speciale da ricordare, mi piacerebbe conoscerli tutti.
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