Powered By Blogger

martedì 1 febbraio 2011

La jurnata è nu morso

Anna, attenta e sensibile lettrice, ha scoperto questa frase in " Montedidio" di Erri De Luca; ci stavo ripensando mentre mi domandavo come mai è passato tanto tempo dal mio ultimo blog. Giornate veloci, divorate in un boccone, un morso appunto.. Già, ma il problema è che mi è venuta in mente un'altra immagine, quella della caramella "tuttigusti" di Harry Potter. Questo morso ha mille sapori e non tutti dolci: c'è l'amaro delle lacrime , il piccante del pettegolezzo,l'amarevole del ricordo che ti assale all'improvviso, il nauseabondo di certi fatti di cronaca che i media ti riversano addosso come un secchio di spazzatura nel cassonetto ( senza raccolta differenziata). Ma pensiamo solo al bello e qui un'altra amica mi aiuta, Jsavel con il suo motto ungherese :" Anche la regina ha bisogno della sua vicina" , Sui rapporti di vicinato ci sarebbe molto da dire, si sa che non sempre sono rosei, anzi spesso motivi di grandi ........ ( ometto per pudore la parolaccia).Ho "scoperto" qualche giorno fa una vicina a dir poco deliziosa. Sono andata a trovarla. perché la contessa Donatella mi aveva promesso la ricetta del suo budino tropicale. Mi aspettavo un'oretta di esperienze gastronomiche, cosa peraltro piacevole e stimolante, invece siamo partiti alla grande con un dizionario etimologico delle lingue indoeuropee ( sanscrito greco e latino ) che ha risvegliato la mia cultura classica, quella dell'università per capirsi, non quella delle lezioni di scuola. E' vero che il tuffo nella cultura è stato accompagnato dal dolcissimo sottofondo di una " falsa cassata siciliana", dolce incredibilmente buono e facile da realizzare. Abbiamo convenuto che per espiare questo peccato di gola avrei dovuto mettermi in ginocchio sui ceci,( purché ben cotti). Il più bello è venuto quando, a mia richiesta, ha cominciato a mostrami i suoi incredibili ricami. Mi aspettavo punto a croce, mezzopunto,o quant'altro possa servire per fiori, paesaggi,immagini varie, invece.. le illustrazioni di Archéo tradotte a punto ombra. Ogni tavola, è proprio il caso di chiamarle così, era una lezione di archeologia, impartita con una voce dolce e suadente. Così scoprivo cose note, il Dio Anubi che porta l'anima nel regno dei morti e del tutto ignote, che anche il cavallo è "psicopompo" cioè ci porta laggiù alla fine della nostra vita. Difficile dire se mi ha colpito di più la testa intagliata che era in realtà l'ornamento di un'arpa o il giovane Efebo inginocchiato con la sua lepre, Già perché a quanto pare non si sprecavano molto nel fare doni ai loro "compagni" di letto. Due rimpianti, quello di essermene andata troppo presto,( il pranzo da preparare ) e di non aver portato la mia macchina fotografica. Spero di tornarci presto e di riuscire a fare delle buone fotografie che voglio condividere con le mie amiche assieme alla ricetta del"budino tropicale", o preferite la "falsa cassata siciliana"? Grazie mia preziosa vicina!

Nessun commento:

Posta un commento