Sarà perché ho trascorso tre giorni in trasferta a casa di mia figlia e nella sua collezione di pupazzi e pelouche ( è un vizio di famiglia ) ho ripercorso le tappe della nascita e della crescita di Fulvia, mia adorata nipote ora diciottenne, sarà perché Natale è alle porte, ma anche nelle strade e nelle vetrine dei negozi e nella nascita del Bimbo Divino, io rivivo ogni nascita, gioia e speranza, promessa del futuro, sarà perché ( vedi Proust ) la memoria è involontaria, mi sono improvvisamente ricordata le due piccole poesie ( io le chiamo così, ma forse non lo sono veramente) che Danilo ha scritto per la nascita dei nostri figli. Così ha salutato l'arrivo di Sabina:" Bianca come le nuvole, azzurra come il cielo, profonda come il mare, Sempre nel mio pensiero come l'onda sulla sabbia. -Chi sei tu bimba mia?- Non lo so ,Papà-" E questo è stato scritto per Fabrizio :" Quando con te divido il cuscino, Tengo tra le braccia un mondo piccino, E' il mondo degli angeli, E' il mondo dei bimbi, E' il mondo degli occhi limpidi."
Leggendo queste poesie , andate poi a dirmi che " le donne discendono da Venere e gli uomini da Marte"! Sarà pur vero, ma anche Marte si riposa in grembo a Venere e dimentica le furie della guerra. E il Divino Omero ( o chi per lui )dove lo mettiamo? Ettore che dalla battaglia, nella sua pesante ( Dio solo lo sa quanto pesavano!)armatura solleva con le sue forti braccia in alto suo figlio, pieno di tenerezza e di orgoglio,è una immagine eterna. E non mi venite a dire che aveva assisito al parto, come ora si vuole che sia, o che cambiava lui i pannolini al piccolo, quella era roba da donne, come lo è stata per secoli. Danilo quando i suoi figli erano appena nati non aveva nemmeno il coraggio di toccarli, sfiorava appena la testolina con un dito o con le labbra, aveva paura di romperli, l'idea poi di averlo tra i piedi mentre partorivo mi avrebbe fatto orrore. Perché un vero uomo senta la gioia e la tenerezza della paternità non c'è bisogno che al momento opportuno ( o meglio per me inopportuno) indossi il camice ed entri in sala parto,il fatto che accudisca il bambino è una necessità dei nostri tempi ( si dice che gli uomini americani siano bravissimi a fare i "mammi", quando le mogli vanno a lavorare), ma questo non toglie o aggiunge nulla alla paternità, al legame che si istituisce tra padre e figli. Fulvia adorava la sua mamma, chiamava sempre lei quando aveva qualche piccolo malanno, ma non posso dimenticare che prima di sdraiarsi per la rituale pennichella pomeridiava, che faceva rifiatare una povera nonna indifesa ( io ) si avvolgeva tutta nella giacca della tuta del suo papà, scudo e difesa contro ogni occulta minaccia. E se un bimbo un papà non ce l'ha? Bene,spero che trovi sempre qualcuno che lo sappia sostituire, dando regole e consigli,aiuto e protezione e.. che il Cielo e qualche angelo buono ( io credo negli angeli, alcuni girano su questa terra travestiti da umani )lo assista!
Complimenti a tuo marito! bellissime e dolcissime poesie! Anna
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