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sabato 30 aprile 2011

Bru bru, il bruco magico


E dentro le ali
Per volare nel sole.
Nel bruco la farfalla,
Forma mutante
e fissa.
Questa è una poesia di mia sorella Marina, lei è così, ogni tanto ha questi flash meravigliosi ( non siamo tutti bruchi e farfalle in continua mutazione anche da un momento all'altro della giornata?); da questa poesia è nato un personaggio del mio piccolo romanzo fantastico "Le avventure di Apo"e uno strano lungo lombrico che può essere anche un paraspifferi nella stanza dei bambini. Come fare? semplicissimo: tagliare la parte tubolare di tutti i calzini scompagnati che trovate, riempirla adeguatamente e cucire i vari elementi arricciando. La testa è più grossa, la faccia e i capelli sono di fantasia, ognuno se li fa come crede. P.S. Se non avete calzini scompagnati a sufficienza ci sono quelli coloratissimiche vendono gli extracomunitari. Come si vede da Bru Bru io ho una attrazione fatale per questi calzini che d'inverno metto appena alzata. Si sa che i colori mi attraggono e poi? Beh! Ogni tanti mi piace cambiare;anche le farfalle hanno colori meravigliosi. Allora? Cerchiamo di essere o di sentirci farfalle anche se siamo bruchi.

martedì 26 aprile 2011

Non ci posso credere,nonna!

 
Posted by Picasa

questo non è un blog, è un flash di memoria che mi ha colpito all'improvviso prima di Pasqua: un coniglietta di pelouche, comprata al mercatino,( quello di una volta,non quello di adesso con tanta roba dozzinale e scontata )con un grembiule fornito di due ampie tasche. Sorpresa! in ogni tasca c'era un coniglietto piccolo, una mamma coniglia tenerissima; quando Fulvia l'ha vista, ha esclamato:" Non ci posso credere ,nonna!" ... Sono passati un po' di anni,l'ho vista crescere, ora è una bella ragazza, con tutti i dubbi, le speranze, i sogni della sua età. Ora sono io che quando la vedo, le parlo mi dico: Nonna, non ci posso credere!"

Sono stanco, tanto stanco..

La canzone mi è venuta in mente ieri mattina, come un flash di memoria,la cantava sempre zio Silvano; naturalmente l'ho trovata su youtube, ma siccome certe manovre mi sono ancora sconosciute,non sono riuscita a caricarla sul blog, mi è venuta in mente mentre meditavo e facevo un elenco delle cose e delle sensazioni che certe volte non sopporto più. In questa strana primavera che sa di novembre, mentre la natura tutta in fiore fa a pugni con un cielo grigio, le mille contraddizioni di ME mi sono piombate addosso tutte insieme. Ebbene, sì, sono stanca di questa casa che amo in cui tutto, giornali, riviste, oggetti, libri sembra lievitare come un universo in contina espansione, mentre i muri rimangono sempre gli stessi, sono stanca di sentirmi a volte cento anni, a volte solo trenta o venti e innamorarmi delle più pazze creazioni d Cavalli che a quel'età non avrei avuto il coraggo di indossare; sono stanca di tentare con scarsi risultati di fare il falegname, il metallaro, il tecnico del computer per tentare di risolvere problemi sui quali mi incaponisco, perché non mi va di aspettare il Godot di turno, quello che li risolverebbe in un attimo ,ma che non è disponibile, infine, se vogliamo essere un po' più seri, ma solo per un attimo, sono stanca della continua attesa di quello che da anni desidero più di ogni altra cosa e che non si è ancora realizato. Sono stanca di fare promesse che non riesco a mantenere: domani fumerò di meno,non comprerò più oggetti inutili, non mi farò più attrarre dall'ultima collana vista sulla bancarella ecc.. Ora basta! basta, di piangere su se stessi, anche questo è un dejà vu, potrei citare Petrarca ( Non trovo pace, e non ho da far guerra) e Tasso ( un folletto notturno gli faceva sparire gli oggetti che non trovava) e, così alla rinfusa, Pirandello ( il Gran Me e il Piccolo Me in contino contrasto tra di loro ), e Montale ( poteva mancare?)"Avrei volto sentirmi scabro ed essenziale".........Mi rendo conto di aver scritto un elenco di disastri psicologici,( che abbia bisogno di uno psicoterapeuta? Ma no! Oggi è un altro giorno tutto da scoprire e forse sarà diverso.

sabato 9 aprile 2011

C'era una volta...Una favola moderna


La foto è del 2008,bravo computer che memorizzi le date, anche se sono quelle di un scempio annunciato.. Forse pubblicherò qualcosa di più recente, ma non so se merita gli onori della pubblicazione; basta pensare che il mucchio di ferraglia, altro che nuvola si è perlomeno quadruplicato con somma gioia di chi se lo trova davanti tutti i giorni, Ma..il flash back è necessario.. C'era una volta, negli anni '60 un vasto e verdeggiante prato, il "pratone", dove i miei bambini andavano a giocare e molti gruppi-famiglia la domenica venivano dalla città per fare il picnic. Unico problema , il lunedì il prato era fiorito di buste di plastica, lasciate lì da gitanti poco educati. Deus ex machina interveniva Gastone, uomo garbato e sorridente, ormai una istituzione del luogo, (Già dimenticavo, siamo all'Eur)che, malgrado fosse munito di attrezzature semplici del tipo scopa e raccoglimondezza, nonché di un trespolo con bidone della spazzatura che spingeva a mano, riusciva a mantenere puliti marciapiedi e aiuole dei rifiuti che venivano gettati per strada. Il "pratone" dicevo... l'anno in cui cadde la neve fu la prima esperienza per i miei bambini e per tanti altri di giochi diversi dal solito.Fellini, innamorato dell'Eur,girò qui un episodio di" Boccaccio '70, quello in cui si vede il maxicartello con l'Anitona Eckberg,semisdraiata, che consiglia di bere più latte. Ma, c'è sempre un ma..il quartiere divenuto a poco a poco zona di uffici e di ministeri aveva bisogno di un parcheggio per le auto. Cosa di meglio di questa vasta dstesa verdeggiante? Così il "Pratone" perse tutto il suo verde, divenne una distesa di terra battuta, non bella a vedersi.Qualcuno pensò bene di farne un grande parcheggio, non molto frequentato , a dire il vero, perché molti non volevano spendere soldi per collocare la macchina durate le ore di ufficio. Le cose stavano così finché il grande architetto, in vacanza in Grecia non fu conquistato dalla leggerezza delle bianche nuvolette sul cielo marino. Non si sa bene perché proprio quelle greche, ma lui la racconta così, e da quel momento, trovando conpiacenti ed entusiasti sostenitori è nata, cresciuta, oh sì è molto cresciuta!, la nuvola di Fuksas, o meglio un gigantesco negozio di ferramenta che dovrà imbrigliare e sostenere questa NUVOLA che ci ha tolto il sole e la visuale di un bel pezzo di cielo.In compenso chi si trova a passare verso il tramonto per Viale Asia può vedere sull'asta orizzontale della gigantesca gru appollaiati decine di gabbiani che hanno trovato questo strano ramo per sostare durante la notte. E noi? poveri esseri umani ancorati al bello della natura, noi che abbiano assistito allo sradicamento di 200 tigli che stavano lì da decenni, quale surrogato riusciremo a trovare per tutto quello che ci hanno tolto? Sicuramente sopravviveremo, perché siamo dotati di grandi capacità di adattamento,(si sopravvive a disastri ben più grandi di questo brutto mostro di ferro), ma perché tutto questo?